Gli appuntamenti di Fondazione Appennino al Festival del Lavoro nelle Aree Interne

Dal 12 al 14 giugno 2024, a Soveria Mannelli (CZ) è organizzata la seconda del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, realizzato dall’associazione RESpro – Rete di storici per il Paesaggio, Rubbettino Editore e Fondazione Appennino.

Tema di quest’anno è “Produzioni e paesaggi nelle montagne del Mediterraneo”, con una serie di incontri con esperti e studiosi che porranno al centro il rapporto tra i grandi contesti geografici europei e mondiali e tra l’economia delle aree interne, dove in realtà si concentra buona parte della produzione italiana nonostante una narrazione a vantaggio dei grandi centri.

Circa novanta tra ospiti e relatori che si alterneranno ad affrontare i vari temi di discussione, molti dei quali selezionati attraverso una call diretta a ricercatori e discussant che ha riscosso un particolare successo ed arricchito il parterre di contributi e partecipanti, provenienti da Università di tutta Italia, oltre che da Valencia e da Cnr e vari centri studi e di ricerca italiani, oltre a scrittori, studiosi e rappresentanti istituzionali e tecnici esperti di turismo ed economia.

Fondazione Appennino oltre che all’organizzazione dell’evento ed alla costruzione del programma scientifico, porterà il suo contributo anche in termini di panel e interventi.

A cominciare dall’apertura dell’evento, il 12 giugno alle 14, con la presenza, insieme ad Augusto Ciuffetti di ResPro, il presidente di Fondazione Carical Giovanni Pensabene e l’editore Florindo Rubbettino, di Piero Lacorazza, tra gli ideatori del festival, già direttore di Fondazione Appennino ed oggi direttore editoriale della collana e della rivista CiviltàAppennino.

Seguirà il confronto dal titolo “Politiche di coesione, un momento di svolta” introdotto e coordinato da Piero Lacorazza, che prevede il keynote speech di Luca Bianchi, Direttore Svimez, e gli interventi di Giovanni Vetritto, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rosanna Nisticò, Università della Calabria, Pasquale Orlando, Regione Puglia, Sabina Licursi, Riabitare l’Italia, Amedeo Federico Lasco, Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sempre presso le Industrie Rubbettino, prevalente location della tre giorni, alle ore 17.00 è in programma il panel «I luoghi “non-comuni” delle “aree interne”: un patrimonio di lavori, produzioni e paesaggi. L’esperienza delle Langhe» con Gianni Lacorazza (vicepresidente di Fondazione Appennino) che dialoga con Mauro Carbone, già direttore dell’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero ed ora consulente di marketing strategico.

Tra gli eventi in programma nella stessa giornata, anche la presentazione di «Comunità Appennino. Superare “l’internità”», a cura di Piero Lacorazza e Gianni Lacorazza e de «Il lavoro tra passato e futuro. Fragilità e opportunità di un patrimonio nei territori interni dell’Italia contemporanea», a cura di Maddalena Chimisso e Augusto Ciuffetti (Rubbettino 2024). Nel parlano con Giovanni Teneggi, referente per la promozione della cooperazione di comunità in Confcooperative, Piero Lacorazza, Annalisa Romeo, neo-direttrice di Fondazione Appennino, Maddalena Chimisso e Augusto Ciuffetti.

Nella giornata successiva ancora un appuntamento coi libri. Alle 11.30 si presenta il «Vocabolario aree interne. 100 parole per l’uguaglianza dei territori», Gianni Lacorazza dialoga con il curatore Nicholas Tomeo e Rossano Pazzagli.

tutto il programma e gli approfondimenti alla sezione speciale su Civiltà Appennino (https://www.civiltaappennino.it/festival-del-lavoro-nelle-aree-interne/)


L'università per le aree interne. Accordo tra Fondazione Appennino e DIARC della Federico II di Napoli

Si avviano le azioni del protocollo d’intesa sottoscritto da Fondazione Appennino e DiARC - Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II° di Napoli.

Il DiARC svolge attività di ricerca nel campo della progettazione architettonica e urbana, della storia dell'architettura, del restauro del patrimonio architettonico e paesaggistico, dell'urbanistica e della pianificazione territoriale, del design e della progettazione tecnologica e ambientale dell’architettura, dell'arredamento, unitamente ad ambiti complementari connessi alle materie giuridiche, all'analisi matematica e alle procedure estimative, all'elaborazione informatica dei dati e ai sistemi informativi territoriali. I due Enti, tenuto conto delle rispettive finalità istituzionali, dunque, intendono instaurare una collaborazione al fine di costruire un proficuo confronto per offrire un supporto tecnico scientifico reciproco e sviluppare e approfondire le tematiche di ricerca nell’ambito dei temi legati alla rigenerazione dei paesi e dei territori investiti da fenomeni di marginalizzazione e spopolamento, tendendo alla elaborazione di visioni strategiche capaci di innescare dinamiche tese al riabitare, investendo i campi del recupero edilizio, urbano, paesaggistico e ambientale in ambito rurale e locale nonché della tutela del territorio e prevenzione del dissesto idrogeologico.

Il DiARC e la Fondazione Appennino  intendono dunque sviluppare e disciplinare rapporti di collaborazione su temi di interesse comune in materia di rigenerazione dei paesi e dei territori investiti da fenomeni di marginalizzazione e spopolamento; restauro architettonico, urbano, paesaggistico e ambientale in ambito rurale e locale; tutela del territorio e prevenzione del dissesto idrogeologico, finalizzati nel reciproco scambio di competenze al fine di prefigurare ed attuare strategie di riattivazione nei paesi e nei territori delle Aree interne, condividendo i temi di ricerca e le metodologie con cui esse sono condotte, nonché alla valorizzazione dei risultati della ricerca, e alla predisposizione di azioni e sinergie volte a favorire l’integrazione tra ricerca, sistema produttivo e diffusione delle conoscenze.

Operativamente la collaborazione si concretizza in

a) studi e pubblicazioni scientifiche e tecniche con approccio multi-scalare e trans-disciplinare per i temi oggetto dell’Accordo;

b) condivisione di dati e di ogni documentazione cartografica, fotografica, di archivio, propedeutica allo sviluppo di studi e pubblicazioni scientifiche e tecniche sui temi di comune interesse;

c) coinvolgimento degli attori locali e sviluppo di indagini conoscitive orientate ai temi dell’Accordo;

d) partecipazione a programmi di ricerca regionali, nazionali, europei e internazionali;

e) realizzazione di attività didattico scientifiche, borse di studio e di dottorato, stage e tirocini curriculari di formazione e orientamento ai temi dell’accordo che, nel rispetto della normativa vigente in materia, saranno disciplinati da specifiche convenzioni attuative per progetti formativi, valutando di volta in volta gli impegni strutturali ed economici finanziari dei soggetti coinvolti;

f) supporto scientifico e predisposizione di programmi di tirocinio destinati agli allievi del Master ARÌNT, da svolgere presso l’Ente sui temi di comune interesse;

g) convegni, seminari, workshop, dibattiti e attività informative e divulgative di comune interesse.

h) scambi di personale, docenti, ricercatori, tecnici e tirocinanti nonché attrezzature tecnico scientifiche per i temi oggetto dell’Accordo.

 

Proprio in relazione al Master ARÌNT, dopo aver siglato l’intesa, le azioni si sono immediatamente rese concrete con l’avvio delle attività della quinta edizione del Master. Forte già di una prima collaborazione nello scorso anno, in cui Fondazione Appennino ha messo a disposizione del DIARC le pagine della rivista online www.civiltaappennino.it, con una sezione dedicata ad interventi scientifici di studenti e decenti, e dove Fondazione Appennino si è resa protagonista in accordo con il Comune di Castelsaraceno che finanzia alcune borse di studio, a coinvolgere il territorio, quest’anno la collaborazione si consolida.

Con la presenza della Fondazione Appennino a Napoli, lo scorso 10 maggio si è infatti tenuto l’incontro inaugurale del Master, alla presenza di docenti, allievi e rappresentanti della Federico II, che ha rappresentato anche l’ingresso ufficiale della rappresentanza della Fondazione all’interno del Comitato scientifico del Master.

Nuove iniziative saranno invece legate al calendario di presentazioni di volumi orientati agli allievi che in questi giorni prende il via e che vede in programma la presentazione di “Comunità Appennino. Superare l’internità”, ultimo volume della serie Civiltà Appennino, a cura di Piero Lacorazza e Gianni Lacorazza, che sarà discusso il 12 luglio 2024.


A COLLI A VOLTURNO L’ANTEPRIMA DEL FESTIVAL DEL LAVORO NELLE AREE INTERNE 2024

Sarà a Colli a Voltuno in Molise, i prossimi 17 e 18 maggio, l’anteprima della seconda edizione del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, che quest’anno si svolge dal 12 al 14 giugno, sempre a Soveria Mannelli in calabria.

Un evento che quest’anno porta il titolo di “PRODUZIONI E PAESAGGI NELLE MONTAGNE DEL MEDITERRANEO” voluto dagli organizzatori Rubbettino Editore, RESpro, Fondazione Appennino, a cui da ques’anno per l’anteprima si aggiunge la collaborazione del CISAV.

———————————–

COLLI A VOLTURNO. Il 17 e il 18 maggio a Colli a Volturno si terrà l’anteprima del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, l’iniziativa promossa da Rubbettino Editore, Fondazione Appennino e Rete Re.Spro. Il CISAV (Centro Indipendente Alta Valle del Volturno) ospiterà le due giornate di eventi, presentazioni, passeggiate e dibattiti. A tema le contraddizioni del lavoro nei paesi, che saranno l’argomento di discussione del convegno dal titolo “Cemento dolce e miele amaro” che si terrà il pomeriggio del 18 maggio, a chiusura dell’iniziativa, presso l’aula magna dell’Istituto comprensivo di Colli a Volturno.

Le iniziative avranno inizio alle ore 17.00 del 17 maggio, con la cerimonia d’apertura, i saluti delle istituzioni e la presentazione congiunta dei volumi “Comunità Appennino. Superare l’«internità»”, curato da Piero Lacorazza e Gianni Lacorazza (Rubbettino 2024), a cui partecipa Annalisa Romeo, direttrice di Fondazione Appennino e tra gli autori dei saggi, e “Il lavoro tra passato e futuro. Fragilità e opportunità di un patrimonio nei territori interni dell’Italia contemporanea”, a cura di Maddalena Chimisso e Augusto Ciuffetti (Rubbettino 2024), pubblicazione scaturita dalla prima edizione del Festival del Lavoro nelle Aree Interne, nel 2023.


Calvera celebra Libertella tra tango e radici

Evento-spettacolo “Celebrando José Libertella, il musicista lucano che ha salvato il Tango dall’oblio“

 Programma di domenica 15 ottobre 2023

Piazza Risorgimento

ore 10:00         Intitolazione a José Libertella di una sala comunale

ore 10:15         “Vernissage” del dipinto “Omaggio al Sexteto Mayor” del Maestro Antonio Cillis di Pietragalla

 

Sala multimediale del Museo Anamnesis

ore 10.30         Seminario-spettacolo multimediale condotto da Nicola Corona, presidente dell’Associazione culturale “Alma Latina” di Melfi

Saluti istituzionali

Contributi critici con proiezione di foto e video

Presentazione del libro di Mariano Libertella e Nicola Corona
José Libertella – Vita, Passione e Tango – il musicista lucano che ha salvato il Tango dall’oblio“ con lettura di brani scelti

 

Esibizione dei Maestri di tango Edith Paez, argentina, e Daniel Canuti, italo-argentino

Esibizione della bandoneonista Gabriela Galí, italo-argentina

Esibizione della cantante Laura Colangelo, italo-argentina

Esibizione della cantante Marcela Gargia, italo-argentina

Testimonianze su José Libertella degli artisti predetti

 

ore 12.00         Spettacolo di musica e danza “Passione”
nell”ambito del Festival Appennino Mediterraneo – F.A.Me.

 

ore 13:00         Buffet

Radici in Appennino – Il tango di Josè Libertella torna a Calvera

Il 2024 sarà l’anno del turismo delle radici e Fondazione Appennino ETS – uno dei principali motori del progetto “Paesi e Radici” primo classificatosi in Italia e finanziato dal Ministero degli Esteri – ha inteso, in accordo con l’Amministrazione Comunale, portare a Calvera, domenica 15 ottobre, un evento del Festival Appennino Mediterraneo.

Si tratta di una manifestazione più ampia che vede coinvolto oltre al Comune di Calvera, il Comune di Avigliano il 18 e il Comune di Potenza 21 ottobre; sostenuta dalla Regione Basilicata gli eventi sono coordinati dall’ing. Nicola Corona dell’associazione culturale Alma Latina.

Josè Libertella è nato il 9 luglio 1933 a Calvera ed emigrato a meno di un anno a Buenos Aires, cresce nel “barrio” di Villa Lugano e  ben presto comincia a suonare il bandoneón. Il suo precoce talento lo porta già da adolescente, alla fine degli anni ’40, a suonare in prestigiose orchestre di tango, fra cui quelle di Osmar Maderna e Carlos Di Sarli, fino a fondare nel 1973 il famoso Sexteto Mayor.Occupa un posto di grandissimo rilievo nella Storia del Tango per essere stato uno dei “traghettatori” del genere musicale dal periodo di decadenza, iniziato negli anni ’60, alla rinascita degli anni ‘80; e ciò grazie agli spettacoli “Tango Argentino” del 1983 e “Tango Pasión” del 1992, portati in giro per il mondo, che lo hanno visto, con il Sexteto Mayor, fra gli ideatori ed interpreti: se oggi la magica danza di Buenos Aires continua ad affascinare gli appassionati, e a conquistare dappertutto nuovi adepti, lo si deve anche alla sua preziosa attività di musicista. Scomparso a Parigi a 71 anni, l’8 dicembre 2004, alla vigilia dell’ennesimo concerto che avrebbe dovuto tenere, carismatico direttore d’orchestra e geniale arrangiatore, fecondo compositore di brani antologici, in possesso di non comuni capacità tecniche e interpretative nel suonare il bandoneón, è oggetto tutt’oggi di una grande devozione, un vero e proprio cult, fra gli appassionati di Buenos Aires e di tutto il mondo.

L’evento del Festival Appennino Mediterraneo dal titolo “Passione” sarà messo in scena domenica 15 ottobre a Calvera alle ore 12; i ballerini di tango Melena Veltri, Luis Alberto Delgado, Gisella Tacone e Nelson Piliu saranno accompagnati dal violino di Gennaro Minichiello, dal violoncello di Giovanna d’Amato e dalla fisarmonica di Ezio Testa

José “Pepe” Libertella

Nato il 9 luglio 1933 a Calvera ed emigrato a meno di un anno a Buenos Aires, cresce nel “barrio” di Villa Lugano e  ben presto comincia a suonare il bandoneón.

Il suo precoce talento lo porta già da adolescente, alla fine degli anni ’40, a suonare in prestigiose orchestre di tango, fra cui quelle di Osmar Maderna e Carlos Di Sarli, fino a fondare nel 1973 il famoso Sexteto Mayor.

Occupa un posto di grandissimo rilievo nella Storia del Tango per essere stato uno dei “traghettatori” del genere musicale dal periodo di decadenza, iniziato negli anni ’60, alla rinascita degli anni ‘80; e ciò grazie agli spettacoli “Tango Argentino” del 1983 e “Tango Pasión” del 1992, portati in giro per il mondo, che lo hanno visto, con il Sexteto Mayor, fra gli ideatori ed interpreti: se oggi la magica danza di Buenos Aires continua ad affascinare gli appassionati, e a conquistare dappertutto nuovi adepti, lo si deve anche alla sua preziosa attività di musicista.

Scomparso a Parigi a 71 anni, l’8 dicembre 2004, alla vigilia dell’ennesimo concerto che avrebbe dovuto tenere, carismatico direttore d’orchestra e geniale arrangiatore, fecondo compositore di brani antologici, in possesso di non comuni  capacità tecniche e interpretative nel suonare il bandoneón, è oggetto tutt’oggi di una grande devozione, un vero e proprio cult, fra gli appassionati di Buenos Aires e di tutto il mondo.


PREMIO APPENNINO. I premiati del 2023

A Stefano Bonaccini, Ferruccio De Bortoli, Andrea Vitali, Sabrina Giannini e Enrico Giovannini

Dal 5 al 7 ottobre e il 21 e 22 ottobre si terrà a Montemurro la seconda edizione del Premio Appennino – Fest 2030 al quale prenderanno direttamente parte per ritirare il riconoscimento Stefano Bonaccini, Ferruccio De Bortoli, Andrea Vitali, Sabrina Giannini e Enrico Giovannini

Una seconda edizione che premia le esperienze e le competenze, le energie e le passioni che possono essere messe insieme per una riscossa civica in grado di unire il Paese e rilanciarlo, non solo da Nord a Sud ma anche connetterne in maniera funzionale i centri e le periferie, le aree forti e i territori deboli, le zone costiere con le aree interne.

La dorsale appenninica è anche la colonna vertebrale dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, l’asse su cui l’Europa e il Mediterraneo devono ritrovare uno spazio culturale, politico ed economico.

La Regione Emilia Romagna è dentro questo crocevia, al tempo stesso locomotiva economica del Paese e guida di politiche pubbliche di riequilibrio verso le aree interne ed appenniniche in materia di scuola, sanità e trasporti; Stefano Bonaccini, al secondo mandato di Presidente è senza dubbio un protagonista di queste scelte che sono parte di una riscossa civica il cui alimento principale per Ferruccio De Bortoli è la cittadinanza attiva. Il giornalista che si definisce un “ottimista informato” in quanto individua - anche se andrebbe alimentato e sostenuto - nel cuore delle comunità, delle città e dei paesi lo spirito della ricostruzione del dopoguerra.
Sabato 7 ottobre a Montemurro Stefano Bonaccini e Ferruccio De Bortoli ritireranno il Premio Appennino e daranno vita ad un confronto coordinato dalla giornalista Daniela Tagliafico che per sette anni ha diretto RAI Quirinale rappresentando quindi una testimone privilegiata della personalità e dell’attività del Presidente emerito Giorgio Napolitano. L’evento sarà preceduto dall’avvio di una nuova sezione del Premio dal titolo “Radici in Appennino” con il riconoscimento alla memoria per “Il paese è paese d’inverno” alla pittrice-scrittrice Maria Padula.

La rappresentazione dei luoghi, in particolare con le parole, è la motivazione che sabato 21 ottobre, secondo week end del Premio, riconosce allo scrittore Andrea Vitali – anche nell’ultimo romanzo “Cosa è mai una firmetta” (Garzanti) - la grande narrazione dell’Italia vera che l’ha portato a scegliere la scrittura lasciando il camice da medico, un po’ come Leonardo Sinisgalli che preferì la poesia ai “neutroni lenti”. In questa Italia dei luoghi c’è lo sguardo della telecamera, dell’approfondimento e dell’inchiesta di Sabrina Giannini, per anni autrice ed inviata di Report ed oggi ideatrice e conduttrice del programma di RAI 3 “Indovina chi viene a cena”, che mette al centro i temi del cibo, dell’agricoltura, del valore della terra e dell’acqua. Un valore sempre più necessario per garantire il futuro alle nuove generazioni e che trova nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile una guida urgente e necessaria. Per questo sabato 21 ottobre, insieme a Vitali e Giannini, sarà premiato Enrico Giovannini, già Ministro nei governi di Letta e Draghi, cofondatore ed oggi direttore scientifico dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

In questa visione rientrano motivazioni e scelte che hanno portato all’assegnazione del Premio Appennino da parte del comitato scientifico composto da Raffaele Nigro, Giuseppe Lupo, Gianni e Piero Lacorazza.

Il Premio Appennino, ideato da Fondazione Appennino e realizzato con il sostegno dell'Amministrazione Comunale di Montemurro, occuperà due week end di ottobre e sarà contornato da iniziative, eventi musicali nell’ambito del Festival Appennino Mediterraneo F.A.Me., avvio di nuovi progetti turistici, incontri con scuole e comunità e promozione dell’identità enogastronomica dell’Appennino.


Al via l'edizione 2023 del "PREMIO APPENNINO 2030FEST"

Saranno due week end di ottobre ad ospitare a Montemurro la seconda edizione del "PREMIO APPENNINO 2030FEST"
ideato da FONDAZIONE APPENNINO ed organizzato con il sostegno dell'Amministrazione comunale di Montemurro.

Programma

5 ottobre
Ore 9.30 - Sala ex Convento San Domenico

Progetto M.A.G.M.A. - Cammino in Appennino

Presentazione del sindaco di Montemurro e degli organizzatori
Visita ai Graffiti di Montemurro, Casa delle Muse, Fondazione Appennino

Ore 12.00 - Partenza dei camminatori da Montemurro per Armento

 

6 ottobre
Ore 11.00 - Sala ex Convento San Domenico

Il PREMIO APPENNINO FEST2030 incontra la scuola

Saluti dell’Amministrazione comunale di Montemurro e di Fondazione Appennino
A seguire evento spettacolo del Mago comico Magic World

 

Ore 18.00 - Presentazione del Premio Appennino 2030 alla comunità

Saluti del sindaco di Montemurro, Senatro Di Leo
Presentazione del direttore di Fondazione Appennino, Piero Lacorazza

A seguire  evento nell’ambito del Festival Appennino Mediterraneo – F.A.Me.
“Io te voglio bene assaje”
musiche, danze, tammurriate, storie e persone di Napoli dal 600 ad oggi

 

Ore 21.00 -  Taverna Fondazione Appennino
Degustazione del “Premio Appennino”
con prodotti del territorio che compongono il cesto offerto ai premiati

 

7 ottobre
 Ore 18.00 - Sala ex Convento San Domenico

Premio Appennino a Stefano Bonaccini e Ferruccio de Bortoli

- Premio speciale «RADICI IN APPENNINO» alla memoria di Maria Padula
a cinquant’anni dalla pubblicazione de «IL PAESE E’ PAESE D’INVERNO»

- «Mediterraneo-Europa. L’Appennino dorsale di un’Italia alla riscossa civica»
Daniela Tagliafico dialoga con Stefano Bonaccini e Ferruccio de Bortoli

 

A seguire  evento nell’ambito del Festival Appennino Mediterraneo – F.A.Me.
“Paesaggi da set”
Antonella Tatulli (soprano), Alfonso D'Avino e Pietro Santarsiero (Mirror Guitar Duo) 

 

21 ottobre
 Ore 18.30 - Sala ex Convento San Domenico

Premio Appennino a Sabrina Giannini,  Andrea Vitali e Enrico Giovannini

Conversazione con i premiati
in collaborazione con la FONDAZIONE LEONARDO SINISGALLI

A seguire
evento nell’ambito del Festival Appennino Mediterraneo – F.A.Me.

SERENATA LUCANA” musica e danza d'Appennino

 

22 ottobre
 Ore 12.00 - Piazza Giacinto Albini

Progetto M.A.G.M.A. - Cammino in Appennino
Arrivo a Montemurro

Chiusura del PREMIO APPENNINO 2030FEST con
Aperitivo di comunità

in collaborazione con
il COMPLESSO BANDISTICO CITTA’ DI MONTEMURRO

 


"Paesi e radici", un progetto diventa un’impresa sociale

Nasce il soggetto imprenditoriale che gestirà in Basilicata il turismo delle radici per conto del Ministero degli Esteri

E’ nata nei giorni scorsi "Paesi e radici srl impresa sociale Ets", il nuovo soggetto che si prepara a sostenere, a cogestire ed organizzare il turismo delle radici in Basilicata.

Grazie ad un bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), che punta a definire le attività per il 2024, “l’anno del turismo delle radici”, un gruppo informale con il progetto "Paesi Radici" è arrivato primo nella graduatoria lucana ottenendo inoltre il più alto punteggio in Italia, avvalendosi di una compagine di ben 82 partner tra comuni ed istituzioni varie, associazioni, imprese e soggetti interessati a rendere la Basilicata una destinazione attrattiva per viaggiatori motivati dalla riscoperta dei luoghi delle proprie origini. Dalle esperienze di ItalianSide, Ferula Viaggi e Fondazione Appennino, è nato dunque il gruppo che ora ha dato vita ad una impresa che mette insieme competenze ed esperienze, incrociando anche le aspirazioni, il valore e la passione di giovani under 35.

Costruire il futuro riscoprendo radici e luoghi attraverso la ricostruzione genealogica e il ritorno nel proprio “Paese”, é la missione principale per rendere la memoria un'opportunità per il territorio poiché è un turismo che si aggiunge alla consolidata offerta territoriale strutturata, coinvolgendo e rendendo protagonisti tutti i paesi.

Tutto questo sarà possibile grazie al coordinamento del Ministero, alla collaborazione con la coordinatrice regionale Elvira De Giacomo e con Regione, APT, enti locali e soggetti pubblici e privati che sosterranno l’iniziativa.

Il nuovo soggetto impegna dunque professionisti ed esperti che, a vario titolo, porteranno le loro competenze nella nuova avventura imprenditoriale, provenienti da tutto il territorio lucano. A cominciare dal presidente Michele Lo Squadro, che ha coordinato il gruppo e amministrerà l’impresa accanto ad Annalisa Romeo (vice presidente) e Michele Cappiello, con Gianni Lacorazza, Gabriele D’Apolito, Marica Schinco, Domingo Melegaro, Concetta e Maria Sarlo, Clovis Urien Meric De Bellefon e Giuliano Eufemia.

"Viaggiatori di origini lucane che ritrovano e rinsaldano il legame con la propria terra di origine e con la propria storia possono rappresentare un tassello di futuro, – sostiene Lo Squadro - in particolare in una regione che può esprimere in questo contesto economico un potenziale importante.

Lo conferma, e lo diciamo con orgoglio, il fatto che la concretezza del nostro approccio e delle nostre idee sia risultata particolarmente apprezzata, consentendo a "Paesi e Radici" di ottenere il punteggio più alto a livello nazionale, grazie a competenze e visioni già in campo da tempo."

In via di realizzazione i canali di comunicazione digitali, in particolare la pagina Facebook “Paesi e Radici” e il sito web www.paesieradici.it.


Primo convegno nazionale sul lavoro nelle aree interne

FONDAZIONE APPENNINO, RUBETTINO Editore e l'Associazione RESPRO

organizzano il primo convegno nazionale
"Il lavoro tra passato e futuro. Fragilità e opportunità di un patrimonio nei territori interni dell’Italia contemporanea"
che si terrà a Soveria Mannelli (CZ) nelle giornate del 26 e 27 maggio 2023.

Un appuntamento che rientra nel percorso svolto dall’associazione RESpro-Rete di storici per i paesaggi della produzione negli ultimi anni, particolarmente attento alle dinamiche storiche ed economiche dei paesi e dei territori collocati nelle cosiddette “aree interne” dell’Italia, , che propone l'evento in collaborazione con la Fondazione Appennino ETS e la casa editrice Rubbettino, che si possa configurare come il punto di approdo di questo itinerario di studio.
Le proposte, con titolo e abstract massimo di 300 parole, vanno inviate al seguente indirizzo: resproretedistorici@gmail.com
Termine ultimo per presentare la proposta: 20 marzo 2023.
Comunicazione accettazione della proposta: 3 aprile 2023.

---

RESpro è un’associazione di studiosi, ricercatori e docenti che intende promuovere attività culturali e scientifiche, con un forte carattere interdisciplinare, nell’ambito della storia dei paesaggi rurali e urbani, della storia dei sistemi produttivi silvo-pastorali, della storia dell’agricoltura e della storia dell’industria, attraverso la pubblicazione di libri e riviste, l’organizzazione di convegni, conferenze e dibattiti, la partecipazione a progetti con altre associazioni ed enti, finalizzati alla conoscenza storica e alla valorizzazione culturale dei paesaggi della produzione colti nella loro dimensione materiale e immateriale e nelle loro diverse articolazioni economiche, politiche, sociali e territoriali.

Chi siamo – RESpro (resproretedistorici.com)


F.A.ME. chiude a Ginestra l'autunno 2022

Le nuove iniziative del Festival Appennino Mediterraneo ripartono dal progetto S.C.A.C.Co.


 

Nell'accogliente atmosfera del centro storico di Ginestra, che ha dato vita alla manifestazione "Il borgo dei sapori arbereshe", si è chiuso l'autunno del Festival Appennino Mediterraneo (F.A.Me.), riconosciuto e sostenuto dal Ministero della Cultura per il triennio 2022/2024. Ginestra, come tutti i comuni che hanno radici nella storia arbereshe, è il “lato Adriatico” del Festival, un Mediterraneo che lega due importanti dorsali della montagna europea: quella Appenninica e quella Balcanica.

I numeri del Festival: 29 eventi in 20 comuni, 24 gruppi ospitati, più singoli performer per un totale di circa 170 artisti coinvolti, 7 produzioni e coproduzioni, 3 prime nazionali e circa 2000 accessi registrati negli spettacoli a pagamento.

È quindi stata un successo l'idea di organizzare spettacoli dal vivo per le persone che risiedono tutto l'anno nei paesi delle aree interne, molti dei quali piccoli e piccolissimi. La cultura, anche resa attraverso questa forma, è un servizio per le comunità restanti.
A questi numeri si aggiunge l'interesse e l'attenzione dei media. In tre mesi oltre 100 post pubblicati sulla pagina facebook @civiltaappennino, seguita da oltre 12mila persone, hanno raggiunto circa 260.000 persone con oltre 650.000 visualizzazioni.

Piero Lacorazza – direttore Fondazione Appennino

"Abbiamo pensato di dare un servizio attraverso la cultura e lo spettacolo dal vivo - racconta Piero Lacorazza, direttore Fondazione Appennino - per chi vive i nostri paesi tutto l'anno associandolo alla promozione del territorio come dimostrano anche la presenza ed i numeri sui media tradizionali e nuovi. Questa partecipazione ed adesione, per alcuni aspetti inaspettata, ad un progetto triennale riconosciuto e sostenuto in primis dal Ministero della Cultura, ci porta a dare continuità al lavoro avviato con due novità: continueremo nella stagione invernale e sarà istituito una servizio civile a sostegno del Festival Appennino Mediterraneo"

Il Festival dunque continuerà anche durante l'inverno: si riparte proprio da Ginestra il 23 dicembre e poi a Grumento Nova il 5 gennaio.

Infine sul sito www.appenninofondazione.it é pubblicata la call per il progetto "F. A. Me. in S.C.A.C.Co", un sevizio civile che vuole rendere protagonisti i giovani per la cittadinanza attiva e la coesione sociale, attraverso la cultura e la promozione dello spettacolo dal vivo.


F.A.ME. IN S.C.A.C.CO.

 

Festival Appennino Mediterraneo

in

Servizio di Cittadinanza Attiva per la Cultura e la Coesione sociale

Consultazione Pubblica

 

Premessa

Il Festival Appennino Mediterraneo (F.A.Me.) è ormai una realtà consolidata, grazie al riconoscimento triennale (2022-2024) del Ministero della Cultura, all’adesione di tante amministrazioni locali e al crescente interesse anche di enti privati, in virtù della realizzazione di ventinove eventi in diciannove comuni organizzati in un arco temporale di tre mesi: dal 10 settembre all’8 dicembre 2022.

La crescente attenzione che vi è stata intorno a questo progetto, certificata dalla partecipazione del pubblico e dallo spirito comunitario che ne ha reso unici ed emotivamente coinvolgenti gli eventi, consiglia di insistere nel pensare alla cultura, ed in particolare allo spettacolo dal vivo, come un servizio da offrire non solo a viaggaitori ed abitanti temporanie ma anche, forse, soprattutto, a chi vive e risiede tutto l’anno nelle aree interne, nei paesi.

Abbiamo inteso anche cosi investire in luoghi NON comuni: scegliamo l’autunno come periodo del Festival, rendiamo più forte la comunità “restante”, consolidiamo i legami con il proprio territorio. Al tempo stesso quindi la cultura come strumento di cittadinanza e coesione sociale. È evidente come questa inversione dello sguardo – osserviamo le cose dagli occhi di chi vive e

risiede nei nostri paesi – è anche il lievito per far crescere l’interesse di nuovi abitanti per questi luoghi.

In questo contesto stiamo valutando l’ipotesi di costruire insieme un percorso di Servizio di Cittadinanza per la Cultura e la Coesione sociale (S.C.A.C.Co.) che da una parte coinvolga il sistema della cooperazione sociale, delle imprese profit e no  profit che contribuiscono in maniera diretta ed indiretta a rafforzare il sistema di welfare locale e dall’altra le nuove generazioni in età scolastica e formativa.

Cultura e cittadinanza, spettacolo dal vivo e coesione sociale costituiscono lo spazio ideale per sperimentare un nuovo servizio nella comunità e per comunità: da parte stimolare la partecipazione dei più fragili e dell’altra rendere protagonisti i giovani.

 Servizio di Cittadinanza Attiva per la Cultura e la Coesione sociale

 – proposta –

In ogni Comune che promuove uno o più eventi del F.A.Me. si istituisce S.C.A.C.Co.  con l’obiettivo di mobilitare giovani tra i 14 i 18 anni (età di scuola secondaria superiore) ad essere promotori dell’evento e accompagnatori di persone fragili le cui condizioni limitino, anche sul piano psicologico, la partecipazione ad uno spettacolo dal vivo.

E’ del tutto evidente che questa attività dovrebbe essere svolta in coordinamento con il Comune e con coloro che operano nel sistema integrato di offerta locale dei servizi sociali.

S.C.A.C.Co. deve essere quindi un tassello di un mosaico che facendo perno su energia, creatività, disponibilità delle nuove generazioni aiuti ad alimentare la coesione sociale attraverso la cittadinanza attiva.

Si tratta inoltre di definire un tempo d’impegno, una procedura di selezione e un incentivo che di stimoli che renda circolare la relazione tra impegno sociale, promozione culturale, formazione e qualità del tempo libero.

La definizione di un tempo è in stretta relazione con le modalità e criteri di selezione, cosi come con il premio o l’incentivo da offrire.

Il tempo di impegno, che comunque deve essere definito,  può essere valutato anche rispetto alla programma dei soggetti che si occupano dei servizi sociali, in primis l’Amministrazione Comunale.

In condivisione con le amministrazioni, sarebbe ipotizzabile anche una call che, a seconda delle possibilità offerte dal territorio, coinvolga una/uno o più ragazze/ragazzi preferibilmente in età compresa tra i 16 e 18 anni (triennio scuole secondarie superiori) residenti nel comune anche se iscritte o iscritti a scuole fuori dal Comune.

Una call che possa premiare il merito e che tenga conto delle capacità reddituali, incentivata da risorse che possano essere investire in formazione e in prodotti culturali.

 

 

PER INFORMAZIONI SCRIVERE A INFO@APPENNINOFONDAZIONE.IT