Fondazione Appennino. Il valore simbolico di una sede
Una sede nella storia, una storia nella sede.
La sede della Fondazione Appennino ETS è a Montemurro, in questo palazzo che lega la storia di Montemurro a quella dell'Appennino anche nella sventura che le nostre montagne hanno sempre vissuto, funestate da terremoti come quello storico e importante del 1857. Fu proprio in quel luogo, ci narra la storia di paese, in cui trovò riparo per giorni, sotto le macerie del terremoto, Giacinto Albini, il "Mazzini lucano" che poi guidò la "liberazione" della Basilicata e che fu uno dei principali protagonisti meridionali dell'Unità d'Italia.
Sulle macerie di Palazzo Netti, circa 100 anni fa, fu edificata la casa della famiglia Lacorazza, un palazzo che mescola emigrazione, riscatto, rientro.
Una storia raccontata dal direttore della Fondazione, Piero Lacorazza, lo scorso 23 agosto, in occasione dell’apertura dell’edizione 2020 della Scuola del Graffito Polistrato, un'esperienza d’arte contemporanea unica, ideata da Giuseppe Antonello Leone.
“Una storia che ha inizio ai primi del Novecento per volontà del fratello di mio nonno paterno Giovanni, - racconta Piero Lacorazza – lo Zio Giacinto, partito per la Colombia per raggiungere altri fratelli maggiori e poi ritornato a Montemurro. La mamma di Leonardo Sinisgalli era una Lacorazza, Carmela, anche lei sorella di mio nonno Giovanni, da cui nacque mio padre, Vincenzo, cugino diretto del poeta ingegnere”.
Questa è la sorgente del progetto Fondazione Appennino ETS, che nasce con l’idea di tenere insieme storia e impresa, passato ed opportunità per il futuro.
“Ci è sembrato giusto presentare il progetto in questo contesto – continua Lacorazza - perché l'artista Giuseppe Antonello Leone era il marito della pittrice scrittrice Maria Padula, "mamma di latte" di mio padre Vincenzo. La Fondazione Appennino ETS è tutto questo: radici, valori, coraggio, fiducia, innovazione. Ma il progetto Fondazione é anche comunità, perché la partecipazione è fondamentale nella sfida di un piccolo comune anche come simbolo delle aree interne, il cui riscatto è affidato a visioni progettualità che, si spera, possano essere da esempio e spingere tanti altri, soprattutto giovani, a provarci”
Il Sud trasversale di Civiltà Appennino
Un virtuale viaggio nel Sud, una felice condizione di attraversamento ideale partendo dalla Puglia per giungere in Campania passando per la Basilicata. È questo il cammino del libro CiviltàAppennino in questo agosto di presentazioni che ha dovuto fare i conti con le norme di sicurezza e la riduzione degli eventi di questo genere. Ma “L’Italia in verticale tra identità e rappresentazioni”, sottotitolo che attesta il posizionamento del volume, è argomento che suscita un interesse diffuso per il lavoro scritto a quattro mani da Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo per Donzelli Editore e per conto di Fondazione Appennino che ha ideato questo ciclo di pubblicazioni.
“Tre presentazioni simboliche – afferma il direttore dei Fondazione Appennino, Piero Lacorazza – che segnano idealmente una linea perpendicolare a quella verticale rappresentata dalla catena appenninica. E noi cogliamo questa suggestione proprio per rafforzare la scelta di un messaggio che non vuole più un Paese solo diviso orizzontalmente tra Nord, Centro e Sud, ma che si lascia attraversare da tradizioni comuni, da storie di popoli e da voglia di riscatto delle aree interne e marginali. La ricerca di senso sta nell’aver segnato una sorta di crocevia che ha il suo punto di incontro proprio nell’Italia meridionale; perché da un lato la catena montuosa è la spina dorsale che rappresenta la linea del Medio Occidente e la linea orizzontale è quella proprio che unisce il Sud (e i sud) che si posiziona sul Mediterraneo e da questo punto di osservazione volge lo sguardo all’Europa”.
Gli appuntamenti:
11 agosto 2020 – BOVINO (FG)
13 agosto 2020 – MARATEA (PZ)
21 agosto 2020 – SANT’ANDREA DI CONZA (AV)
CIVILTA' APPENNINO. L'ITALIA IN VERTICALE TRA IDENTITA' E RAPPRESENTAZIONI
Oscar Buonamano | BONCULTURE | 11 agosto 2020
Torna da settembre il Festival dello Sviluppo Sostenibile
Dal 22 settembre all’8 ottobre si rinnova l’appuntamento annuale con il Festival dello Sviluppo Sostenibile, la più grande iniziativa italiana di sensibilizzazione della società civile sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il Festival propone centinaia di iniziative, anche online e in formato ibrido, per favorire il confronto, condividere le migliori iniziative e stimolare richieste che «dal basso» impegnino la leadership
del Paese al rispetto degli impegni presi in sede Onu con l’Agenda 2030.
Tutti sono invitati a promuovere il Festival presso i propri contatti e attraverso i propri canali. Fondazione Appennino, partner di ASviS, sostiene e diffonde l'appello alla partecipazione, oltre a proporre propri eventi.
Torna la più grande iniziativa italiana per sensibilizzare e mobilitare cittadini, giovani generazioni, imprese, associazioni e istituzioni sui temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Partecipa al #FestivalSviluppoSostenibile in tutta Italia dal 22 settembre all’8 ottobre, proponi la tua iniziativa:
PROPONI IL TUO EVENTO AL FESTIVAL 2020
Link utili:
Sito del Festival: www.festivalsvilupposostenibile.it
NOTTE DELLA TARANTA E FONDAZIONE APPENNINO. Un protocollo per collaborare
Sarà una Notte della Taranta diversa da come si pensava fino a pochi giorni fa e la notizia di annullare gli eventi salentini e tenere il concertone a porte chiuse è una scelta che prova a tutelare ogni necessità, a cominciare dalla salute. Il Covid ha già portato disastri all’economia del mondo dello spettacolo forse più di qualunque altro settore, ma la Fondazione di Melpignano e i comuni salentini interessati hanno dovuto, come tante altre realtà, scegliere di stare dalla parte della sicurezza.
“Una notizia che ci tocca da vicino anche come Fondazione Appennino – racconta il direttore Piero Lacorazza – avendo siglato un protocollo di intesa con la Fondazione Notte della Taranta; eravamo infatti pronti a far partire la collaborazione e i progetti comuni quando la pandemia ha fermato tutto. Anche noi avevamo immaginato un festival della Notte della Taranta diverso, con un pizzico di Appennino nel Salento ma ancora di più stavamo immaginando un "pizzico" di Salento in Appennino!".
I punti di interesse comune tra le due realtà sono molteplici e condivisi al punto che, ad ottobre 2019, la Fondazione Notte della Taranta e la Fondazione Appennino hanno appunto siglato un protocollo d’intesa per la collaborazione su progetti ed idee che partono dal presupposto proprio di una rivalorizzazione della cultura delle aree interne, marginali in generale, che la stessa Notte della Taranta difende e risignifica costantemente attraverso la sua attività.
“Una spinta alla collaborazione – spiega il direttore di Fondazione Appennino, Piero Lacorazza - che entrambe le Fondazioni hanno appoggiato proprio sull’idea che i propri obiettivi non si esauriscono nell’ambito geografico di riferimento ma si allargano. E come per la Notte della Taranta i confini dell’interesse non si fermano al Salento, anche per noi l’ambito di Appennino, benché ampio, si allarga fino a tutte quelle aree che in comune possono avere un riscatto dalla marginalità. Al Mezzogiorno in particolare, l’obiettivo è di essere tuti protagonisti di una nuova visione verticale dell’Italia che si affianca alla classica divisione tra Nord, Centro e Sud. Le tradizioni popolari con la cultura musicale delle aree interne, dunque, sono uno dei principali collanti sociali a cui guardiamo con interesse”.
Non è un caso, infatti, che gli impegni presi reciprocamente dalla due fondazioni sono principalmente concentrati su obiettivi di ricerca, studio, formazione e orientamento in particolare alle nuove generazioni. Progetti che per il momento il Covid ha rallentato e dunque quest’anno la collaborazione avverrà a distanza, a partire dal sostegno al concertone a porte chiuse in programma per la fine di agosto 2020.
PROTOCOLLO D'INTESA Fondazione Appennino - Notte della Taranta
IL SITO DELLA NOTTE DELLA TARANTA
FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA. Protocollo tra Fondazione Appennino e Fondazione Paolo Grassi
Una delle prime collaborazioni e partnership avviate dalla Fondazione Appennino è stata con la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca. "Un percorso avviato meno di un anno fa - spiega il direttore Piero Lacorazza - quando a Martina Franca avvenne l'incontro con il professor Francesco Punzi, uno dei punti di riferimento della cultura pugliese, con cui abbiamo evidenziato molti punti in comune, a partire dall'idea di Paese interpretato non più solo secondo la tradizionale prospettiva orizzontale - nord, centro, sud -, ma in chiave verticale, cioè secondo la sua stessa struttura fisica, che favorisce una lettura geograficamente verticale della società del passato, del presente e del futuro. Una unione tra il Mediterraneo e l’Europa, tra l’occidente e l’oriente. L’Italia verticale, anziché orizzontale, quella che va dalle Langhe ai monti Iblei. Era un tentativo ambizioso ma allo stesso tempo affascinante per entrambi".
La Fondazione Paolo Grassi ha tra i suoi obiettivi il sostegno, lo sviluppo e la diffusione della cultura teatrale e musicale, finalità che vengono perseguite attraverso progetti di ricerca culturale e scientifica di alto livello e la valorizzazione del proprio patrimonio bibliografico e audiovisivo, nonché tramite la realizzazione di eventi formativi e l’organizzazione del Festival della Valle d’Itria, un festival di grande importanza nel panorama musicale internazionale giunto nel 2020 alla sua 46esima edizione.
Dal canto suo, la Fondazione Appennino ETS, trai i suoi scopi statutari ha di valorizzare, promuovere, conservare, gestire e fruire di luoghi e beni del paesaggio, della cultura e delle culture, delle tradizioni e della storia, della enogastronomia; combinare la innovazione tecnologica per sperimentare ed individuare nuovi modelli sociali, economici e di sviluppo in particolare delle aree appenniniche anche in relazione alla rigenerazione ecologica ed urbana delle città e dei paesi italiani.
Lo scorso mese di novembre 2019, dunque, le due fonddazioni hanno convenuto, con la sigla di un protocollo d'intesa, l'impegno a collaborare, nell’ambito delle rispettive competenze, nella realizzazione e divulgazione delle attività di orientamento e formazione e, più in generale, si sono impegnate a sviluppare iniziative congiunte per promuovere la cultura musicale e teatrale in dialogo con i luoghi d’Appennino, oltre a coniugare i percorsi culturali con le attività di studio e di ricerca e le manifestazioni organizzate da entrambe.
La Fondazione Paolo Grassi si è impegnata a collaborare nella progettazione e promozione degli eventi da tenersi in Basilicata all’interno del percorso del cartellone delle manifestazioni del Festival della Valle d’Itria e a collaborare nella divulgazione dell’iniziativa; ad indicare professionalità, sulla base della propria esperienza, per percorsi formativi, per le competenze trasversali e per l’orientamento scolastico; ad indicare testimonial (musicisti, cantanti, direttori artistici, maestri concertatori, ricercatori) che
hanno contribuito alla realizzazione dei suoi obiettivi autorizzare, in seguito a valutazione e approvazione dei materiali.
A seguito della sigla del Protocollo, la Fondazione Appennino ETS si è dunque subito impegnata a coinvolgere la Fondazione Paolo Grassi in attività e progetti diretti al raggiungimento degli scopi dell'intesa ed in particolare sono stati avviati progetti candidati a finanziamenti europei e progetti approvati ed in via di realizzazione negli Istititi scolastici che hanno aderito alla collaborazione per i Percorsi di Competenze Trasversali e per l'Orientamento (PTCO).
"Il Covid-19 - aggiunge il direttore Lacorazza - ha rallentato alcune delle attività in partenza ma non ha impedito la realizzazione della 46esima edizione del Festivale della Valle d'Itria, a cui Fondazione Appennino offre il suo contributo di divulgazione attraverso i propri canali. Un evento che dimostra come la longevità sia frutto di competenze e valore artistico ma anche di capacità di interpretare i cambiamenti del tempo e della storia, adattandosi con nuovi strumenti e soluzioni. E' il caso della webtv che sta divulgando le attività del Festival è che rapresenta un esempio di come la cultura sia innanzitutto capacità di leggere le epoche... e saperle raccontare con i linguaggi dell'arte".
GUARDA LA WEBTV DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA
FVDI - IL PROGRAMMA della 46esima edizione
IL PROTOCOLLO D'INTESA TRA FONDAZIONE APPENNINO E FONDAZIONE PAOLO GRASSI
L’ITALIA IN VERTICALE: “CIVILTÀ APPENNINO” DI NIGRO E LUPO
Marco Grassano | L'Alibi Online | 22 luglio 2020
Appennino e Dolomiti: le montagne dialogano
Appennino e Dolomiti si incontrano e "LE MONTAGNE DIALOGANO" .
Fondazione Appennino con Confindustria Belluno Dolomiti per parlare di #CiviltàAppennino e "Il Mondo che (ri)nasce"
Il 5 giugno 2020 alle ore 17.00 in diretta sulla nostra pagina Facebook Civiltà Appennino
Partecipano al webinar:
Filippo Barbera - professore Università di Torino
Andrea Ferrazzi - Direttore Confindustria Belluno Dolomiti
Piero Lacorazza - Direttore Fondazione Appennino
Giuseppe Lupo - Scrittore | Autore Civiltà Appennino

ViApp... col VENTO! Cammini e ciclovie: il futuro è lento!

L'ultimo webinar di Civiltà Appennino, che abbiamo tenuto online sulla nostra pagina Facebook lo scorso mercoledi 13 maggio, è stala l'occasione non solo di riflettere anche su nuovi progetti e idee che la Fondazione Appennino sta immaginando.
L'incontro web aveva il titolo "Ciclovie e cammini d'Appennino" e nostro gradito ospite (e di Enrico Fornaro che conduceva in studio) è stato Paolo Pileri, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Milano. Pileri però non è stato chiamato da noi in virtù della sua autorevole veste accademica ma in particolare perchè invece è un amico dell'Appennino, o ancor di più è un amico della "lentezza", che poi è anche il vero senso delle cose che stiamo provando a dare con la nostra azione.
Paolo Pileri, in realtà è il progettista e realizzatore (con il suo gruppo del Politecnico) della ciclovia "VENTO", la bike-way più lunga d'Europa che va da VENezia e TOrino, da cui appunto il nome.
E in circa un'ora di interlucuzione con la nostra redazione, e coi nostri utenti interessati all'argomento, di suggestioni ne sono emerse davvero tante. Noi qualcuna l'avevamo già ed è stato un piacere ascoltare come la filosofia dello slow-life rappresenti ormai un obiettivo comune a gran parte dei pianificatori territoriali, pianificatori culturali e casomai anche pianificatori economici.
L'impegno è certamente quello di seguire il consiglio di Pileri e di quanti stanno lavorando a valorizzare cammini e ciclovie d'Appennino e raccontarle cosi, come hanno suggerito i nostri ospiti durante la diretta, in particolare il nostro amico Nando Popu dei Sud Sound System, protagonista del webinar su Civiltà Appennino del 29 aprile, il quale ha commentato la diretta di Pileri, con un messaggio privato che Enrico Fornaro ha letto in diretta, proprio aderendo alla proposta del raccontare le ciclovie possibili dell'Appennino da esplorare.
Entrato nel merito anche un altro nostro graditissimo protagonista, lo chef e cibosofo Federici Valicenti, che ha seguito tutta la puntata dalla sua casa di Terranova di Pollino, intervenendo proprio con idee e progetti.
Una via è un percorso (way è anche un modo), è una visione verticale che da Pollino giunge fino al Po, alla Pianura Padana attraversata da Vento. Con l'idea di salire (e scendere) lentamente lungo crinali e vallate, costeggiando fiumi e navigando su un mare verde tra profumi e suoni.
Per noi ViApp è una idea da immaginare: e allora, chissà, magari sarà ViApp col Vento!











