E’ partita lo scorso 25 gennaio 2021 la prima edizione della scuola di alta formazione Innovability School – Scuola per l’innovazione e la sostenibilità, promossa da ASviS, in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia (attraverso Uniser), Fondazione Enel, Fondazione Lars Magnus Ericsson e la Rus.

La Scuola si rivolge soprattutto alle start-up che hanno come oggetto sociale prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializ­zazione di prodotti innovativi ad alto valore tecnologico, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel settembre 2015.

Un percorso di formazione e affiancamento, dunque, delle start-up che riconoscono nello sviluppo sostenibile un modello di business capace di ottenere risultati positivi, soprattutto in termini di creazione del valore da parte delle imprese, e Fondazione Appennino è stata tra le 15 start-up selezionate.

La Scuola affronterà i temi dello sviluppo sostenibile in un’ottica applicativa, attraverso l’illustrazione di casi reali e buone pratiche, approfondendo in particolare le tematiche dell’economia circolare e dell’innovazione digitale. I diversi argomenti saranno trattati con un approccio sistemico capace di evidenziare le molteplici connessioni esistenti tra i diversi aspetti e i potenziali trade off, così da affrontare le sfide imprenditoriali a livello sia strategico sia operativo.

Piero Lacorazza, direttore Fondazione Appennino: «Sarà un percorso che terminerà a maggio 2021, una sfida formativa molto importante che porrà principalmente al centro la transizione ecologica e digitale, l’economia circolare. Come impresa sociale, ci stiamo preparando al futuro scommettendo sulla innovazione e sulla sostenibilità. Non basta dire “Next Generation EU” per trasformare risorse ingenti in investimenti ed opportunità per le persone e per i territori, soprattutto se questa sfida la si deve affrontare dal “margine”, da un’area interna appare tutto più difficile. A noi, gente d’Appennino, non spaventa la salita, né ci impressiona scalare vette molto complesse. Siamo un’impresa, vogliamo giocare la partita in un mercato che sarà sempre più competitivo e selettivo. Siamo un’impresa sociale il cui aggettivo non è solo un adempimento normativo e statutario. E’, innanzitutto, lo spirito che anima un progetto che vorremmo appartenesse anche ad altri. Altri che vorremmo facessero più e meglio di noi.
In qualità di direttore della Fondazione Appennino, siederò tra i banchi di questa scuola con la consapevolezza che quanto imparerò, nonché le esperienze e le relazioni che attraverseranno detto percorso formativo, sarà a disposizione delle nostre reti, relazioni e partner con i quali abbiamo cominciato a costruire progetti e ad “offrirli” alle pubbliche amministrazioni e alle imprese. Con questo spirito possiamo dire che si tratta di un altro importante piccolo successo per una realtà di impresa nata da circa un anno e mezzo ma che opera concretamente da un anno, l’anno della pandemia da Covid-19.Con impegno e coraggio ce la faremo».