FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA. Protocollo tra Fondazione Appennino e Fondazione Paolo Grassi
Una delle prime collaborazioni e partnership avviate dalla Fondazione Appennino è stata con la Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca. "Un percorso avviato meno di un anno fa - spiega il direttore Piero Lacorazza - quando a Martina Franca avvenne l'incontro con il professor Francesco Punzi, uno dei punti di riferimento della cultura pugliese, con cui abbiamo evidenziato molti punti in comune, a partire dall'idea di Paese interpretato non più solo secondo la tradizionale prospettiva orizzontale - nord, centro, sud -, ma in chiave verticale, cioè secondo la sua stessa struttura fisica, che favorisce una lettura geograficamente verticale della società del passato, del presente e del futuro. Una unione tra il Mediterraneo e l’Europa, tra l’occidente e l’oriente. L’Italia verticale, anziché orizzontale, quella che va dalle Langhe ai monti Iblei. Era un tentativo ambizioso ma allo stesso tempo affascinante per entrambi".
La Fondazione Paolo Grassi ha tra i suoi obiettivi il sostegno, lo sviluppo e la diffusione della cultura teatrale e musicale, finalità che vengono perseguite attraverso progetti di ricerca culturale e scientifica di alto livello e la valorizzazione del proprio patrimonio bibliografico e audiovisivo, nonché tramite la realizzazione di eventi formativi e l’organizzazione del Festival della Valle d’Itria, un festival di grande importanza nel panorama musicale internazionale giunto nel 2020 alla sua 46esima edizione.
Dal canto suo, la Fondazione Appennino ETS, trai i suoi scopi statutari ha di valorizzare, promuovere, conservare, gestire e fruire di luoghi e beni del paesaggio, della cultura e delle culture, delle tradizioni e della storia, della enogastronomia; combinare la innovazione tecnologica per sperimentare ed individuare nuovi modelli sociali, economici e di sviluppo in particolare delle aree appenniniche anche in relazione alla rigenerazione ecologica ed urbana delle città e dei paesi italiani.
Lo scorso mese di novembre 2019, dunque, le due fonddazioni hanno convenuto, con la sigla di un protocollo d'intesa, l'impegno a collaborare, nell’ambito delle rispettive competenze, nella realizzazione e divulgazione delle attività di orientamento e formazione e, più in generale, si sono impegnate a sviluppare iniziative congiunte per promuovere la cultura musicale e teatrale in dialogo con i luoghi d’Appennino, oltre a coniugare i percorsi culturali con le attività di studio e di ricerca e le manifestazioni organizzate da entrambe.
La Fondazione Paolo Grassi si è impegnata a collaborare nella progettazione e promozione degli eventi da tenersi in Basilicata all’interno del percorso del cartellone delle manifestazioni del Festival della Valle d’Itria e a collaborare nella divulgazione dell’iniziativa; ad indicare professionalità, sulla base della propria esperienza, per percorsi formativi, per le competenze trasversali e per l’orientamento scolastico; ad indicare testimonial (musicisti, cantanti, direttori artistici, maestri concertatori, ricercatori) che
hanno contribuito alla realizzazione dei suoi obiettivi autorizzare, in seguito a valutazione e approvazione dei materiali.
A seguito della sigla del Protocollo, la Fondazione Appennino ETS si è dunque subito impegnata a coinvolgere la Fondazione Paolo Grassi in attività e progetti diretti al raggiungimento degli scopi dell'intesa ed in particolare sono stati avviati progetti candidati a finanziamenti europei e progetti approvati ed in via di realizzazione negli Istititi scolastici che hanno aderito alla collaborazione per i Percorsi di Competenze Trasversali e per l'Orientamento (PTCO).
"Il Covid-19 - aggiunge il direttore Lacorazza - ha rallentato alcune delle attività in partenza ma non ha impedito la realizzazione della 46esima edizione del Festivale della Valle d'Itria, a cui Fondazione Appennino offre il suo contributo di divulgazione attraverso i propri canali. Un evento che dimostra come la longevità sia frutto di competenze e valore artistico ma anche di capacità di interpretare i cambiamenti del tempo e della storia, adattandosi con nuovi strumenti e soluzioni. E' il caso della webtv che sta divulgando le attività del Festival è che rapresenta un esempio di come la cultura sia innanzitutto capacità di leggere le epoche... e saperle raccontare con i linguaggi dell'arte".
GUARDA LA WEBTV DEL FESTIVAL DELLA VALLE D'ITRIA
FVDI - IL PROGRAMMA della 46esima edizione
IL PROTOCOLLO D'INTESA TRA FONDAZIONE APPENNINO E FONDAZIONE PAOLO GRASSI
L’ITALIA IN VERTICALE: “CIVILTÀ APPENNINO” DI NIGRO E LUPO
Marco Grassano | L'Alibi Online | 22 luglio 2020
Appennino e Dolomiti: le montagne dialogano
Appennino e Dolomiti si incontrano e "LE MONTAGNE DIALOGANO" .
Fondazione Appennino con Confindustria Belluno Dolomiti per parlare di #CiviltàAppennino e "Il Mondo che (ri)nasce"
Il 5 giugno 2020 alle ore 17.00 in diretta sulla nostra pagina Facebook Civiltà Appennino
Partecipano al webinar:
Filippo Barbera - professore Università di Torino
Andrea Ferrazzi - Direttore Confindustria Belluno Dolomiti
Piero Lacorazza - Direttore Fondazione Appennino
Giuseppe Lupo - Scrittore | Autore Civiltà Appennino
ViApp... col VENTO! Cammini e ciclovie: il futuro è lento!
L'ultimo webinar di Civiltà Appennino, che abbiamo tenuto online sulla nostra pagina Facebook lo scorso mercoledi 13 maggio, è stala l'occasione non solo di riflettere anche su nuovi progetti e idee che la Fondazione Appennino sta immaginando.
L'incontro web aveva il titolo "Ciclovie e cammini d'Appennino" e nostro gradito ospite (e di Enrico Fornaro che conduceva in studio) è stato Paolo Pileri, docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica al Politecnico di Milano. Pileri però non è stato chiamato da noi in virtù della sua autorevole veste accademica ma in particolare perchè invece è un amico dell'Appennino, o ancor di più è un amico della "lentezza", che poi è anche il vero senso delle cose che stiamo provando a dare con la nostra azione.
Paolo Pileri, in realtà è il progettista e realizzatore (con il suo gruppo del Politecnico) della ciclovia "VENTO", la bike-way più lunga d'Europa che va da VENezia e TOrino, da cui appunto il nome.
E in circa un'ora di interlucuzione con la nostra redazione, e coi nostri utenti interessati all'argomento, di suggestioni ne sono emerse davvero tante. Noi qualcuna l'avevamo già ed è stato un piacere ascoltare come la filosofia dello slow-life rappresenti ormai un obiettivo comune a gran parte dei pianificatori territoriali, pianificatori culturali e casomai anche pianificatori economici.
L'impegno è certamente quello di seguire il consiglio di Pileri e di quanti stanno lavorando a valorizzare cammini e ciclovie d'Appennino e raccontarle cosi, come hanno suggerito i nostri ospiti durante la diretta, in particolare il nostro amico Nando Popu dei Sud Sound System, protagonista del webinar su Civiltà Appennino del 29 aprile, il quale ha commentato la diretta di Pileri, con un messaggio privato che Enrico Fornaro ha letto in diretta, proprio aderendo alla proposta del raccontare le ciclovie possibili dell'Appennino da esplorare.
Entrato nel merito anche un altro nostro graditissimo protagonista, lo chef e cibosofo Federici Valicenti, che ha seguito tutta la puntata dalla sua casa di Terranova di Pollino, intervenendo proprio con idee e progetti.
Una via è un percorso (way è anche un modo), è una visione verticale che da Pollino giunge fino al Po, alla Pianura Padana attraversata da Vento. Con l'idea di salire (e scendere) lentamente lungo crinali e vallate, costeggiando fiumi e navigando su un mare verde tra profumi e suoni.
Per noi ViApp è una idea da immaginare: e allora, chissà, magari sarà ViApp col Vento!
RAPPORTO SDGS 2020: INFORMAZIONI STATISTICHE PER L’AGENDA 2030 IN ITALIA
L’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite , rappresenta il piano di azione globale per il conseguimento di una trasformazione sostenibile della società, dell’economia e dell’ambiente.
I suoi 17 Goals (SDGs), e i 169 target specifici in cui sono declinati, bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, estendendo l’Agenda 2030 dal solo pilastro sociale, previsto dagli Obiettivi del Millennio, agli altri due pilastri, economico e ambientale, cui si aggiunge la dimensione istituzionale. Loro caratteristica è di essere universali, interconnessi e indivisibili; devono tener conto delle realtà territoriali e sono potenzialmente applicabili ovunque, a livello globale, nazionale e locale (regionale e/o urbano). Numerosi sono i riferimenti al benessere delle persone e a un’equa distribuzione dei benefici dello sviluppo, intra generazionale e intergenerazionale. No one left behind (Non lasciare indietro nessuno) è uno dei principi chiave.
Lo United Nations Inter Agency Expert Group on SDGs (UN-IAEG-SDGs) ha proposto una lista, revisionata nel 2020, di 232 indicatori necessari per il loro monitoraggio, che sono il quadro di riferimento statistico a livello mondiale.
La diffusione della terza edizione del Rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) avviene in presenza della pandemia di COVID-19, che ha accelerato la necessità di una visione unitaria in grado di elaborare e implementare una strategia appropriata per uno sviluppo economico, sociale e ambientale attento alle interdipendenze dei diversi aspetti e orientato alla sostenibilità.
Sebbene il Rapporto contenga prevalentemente informazioni aggiornate al 2019, si è cercato di dare conto dell’impatto del COVID-19 in due modi. Da un lato, si presenta un esercizio di valutazione controfattuale che, a partire dal lockdown, stima la riduzione delle emissioni generate dai comportamenti assunti da famiglie e imprese. Dall’altro, nel capitolo 2, si presentano le interazioni tra il COVID-19 e i diversi Goals utilizzando lo schema delle interconnessioni e reti.
fonte: Comunicato Istat https://www.istat.it/it/archivio/242942
La vertigine dell'Italia in verticale
di Piero Lacorazza*
«Via dalle città, nei vecchi borghi c'è il futuro», titola il quotidiano La Repubblica, il 21 aprile. Un' intervista a Stefano Boeri che ha aperto un dibattito interessante nel Paese, o meglio, ha fatto emergere in superficie tanti fiumi carsici il cui corso già da tempo scorreva in questa direzione. Invertire lo sguardo per 'Riabitare l'Italia', come ci dice l'editore Carmine Donzelli, è una netta scelta di campo.
Termini come ‘paesologia’ o ‘restanza’ appartengono ormai ad un lessico che ha dato respiro letterario ad una strategia di programmazione avviata ai tempi del governo Monti dal Ministro Fabrizio Barca e oggi rilanciata e rinnovata dal Ministro Provenzano. Civiltà Appennino è una iniziativa che cammina lungo queste strade, attraverso l'Italia interna e interiore, una vertigine che "non è paura di cadere ma voglia di volare".
Si potrebbe dire, quindi: nulla di nuovo c'è sotto il sole. Così come potremmo banalmente affermare che non ci sarà una vendita di massa delle case in città per spostarsi a vivere e lavorare nei borghi d'Italia.
Ma se nulla di nuovo dice questa intervista e nessun cambiamento radicale e repentino è alle porte, perché questa intervista ha suscitato tanto interesse anche nei social? Si può tranquillamente affermare che il combinato disposto tra un giornale come La Repubblica e un archistar come Boeri determini un impatto di primo piano. Ma a noi non deve interessare tanto questa locomotiva mediatica quanto i vagoni che possiamo agganciare.
Qual è il punto? L'emergenza Covid -19 lascia una scia di fumo, come quella dei treni di un tempo andato, che anche chi é più distante da questa impostazione non può non vedere.
Evitiamo di dare Eco - Umberto - a «apocalittici e integrati»; ogni qual volta accade una tragedia si annunciano rivoluzioni e cambiamenti che dopo poco si sciolgono come neve al sole.
Penso, quindi, che ci sarà futuro nei borghi se nuova e diversa sarà l'idea di futuro e di Paese.
Serve un progetto accompagnato da un coerente disegno istituzionale e amministrativo.
È arrivato il momento di interrogarsi se una programmazione speciale, cosi come è avvenuto con la Strategia Nazionale delle Aree Interne, può vivere all’interno di una legislazione ordinaria senza nessuna specialità territoriale.
È giusto determinare gli organici scolastici con gli stessi parametri per una città e un’area rurale?
Analogo discorso vale per la salute. Ad esempio l'emergenza urgenza e il tempo per arrivare in un pronto soccorso. Oppure riflettere su come sia possibile che in questi territori, in cui la presenza di anziani è maggiore, i posti di lungodegenza sono definiti sulla base di parametri nazionali uguali per tutti? Non parliamo di dotazione infrastrutturale o di mobilità per la quale si “pretende” di riempire i mezzi trasporto con le stesse percentuali di aree con diversa densità di popolazione.
E poi è necessario conoscere questi luoghi per evitare di innestare dinamiche di sviluppo estranee a questi posti.
Non ha senso una contrapposizione tra città e borghi o "adozioni subalterne o elitarie" delle prime verso i secondi. Noi stiamo parlando di Civiltà Appennino, appunto di “Civiltà” non solo come tracciato identitario e storico ma anche come percorso di comunità dentro la modernità e attraversato da diritti. Cosa può diventare l’agricoltura in queste aree nell’era digitale in cui i consumatori ricercano garanzia, qualità e sicurezza alimentare? La fiscalità o l’energia sono le vie differenziali su cui si investire per raggiungere gli obiettivi Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile?
Bisogna ragionare forse intorno a politiche tese a ridurre le diseguaglianze economiche e territoriali, le ingiustizie sociali e spaziali. Scelte che appunto mettano la locomotiva mediatica dell'intervista di Boeri sull'Italia post Covid 19 sul binario della rigenerazione e della resilienza.
Sembrano scelte obbligate. Dipenderà dalla classe dirigente. Ma anche da quanto la cultura della sostenibilità sarà linfa della società.
In questo senso l'Italia ha un futuro, direi migliore, nei suoi borghi.
(*direttore Civiltà Appennino)
Incontri in APP...ENNINO
Online, in diretta streaming sui nostri canali social (www.facebook.com/CiviltaAppennino/) i nostri incontri di queste settimane sono possibili proprio grazie alle APP che comunemente usiamo, in questa nostra visione di CIVILTA’, ci stanno facendo vivere l’APPENNINO che vorremmo.
DATE E PROTAGONISTI
24/06/2020 – DOVE VA L’APPENNINO – Mario Tozzi
15/06/2020 – SCALARE L’APPENNINO – Domenico Pozzovivo
10/06/2020 – COMUNITA’ APPENNINO – Marco Bussone, Dominique Antonacci
04/06/2020 – LE MONTAGNE DIALOGANO – Filippo Barbera, Andrea Ferrazzi, P. Lacorazza, G. Lupo
03/06/2020 – SUONI DI APPENNINO – Leandro Pisano
27/05/2020 – RILANCIO IN APPENNINO – Carmelo Petraglia
20/05/2020 – RIABITARE L’APPENNINO – Antonio De Rossi
13/05/2020 – CICLABILI E CAMMINI IN APPENNINO – Paolo Pilieri
06/05/2020 – CIBOSOFIE D’APPENNINO – Federico Valicenti, Nicole Millo
29/04/2020 – MONACI E BRIGANTI IN APPENNINO – Raffaele Nigro, Nando Popu, Nicole Millo
22/04/2020 – PAOLO VOLPONI IN APPENNINO – Giuseppe Lupo, Nicole Millo
15/04/2020 – ENEA SULL’APPENNINO – Giuseppe Lupo, Nicole Millo

Conduce in studio
ENRICO FORNARO

NICOLE MILLO
Attrice

FEDERICO VALICENTI
Chef e cibosofo

CARMELO PETRAGLIA
Professore Economia | Università di Basiicata

DOMINIQUE ANTONACCI
TERRAROSS

RAFFAELE NIGRO
scrittore
Autore di CIVILTA’ APPENNINO

NANDO POPU
SUD SOUND SYSTEM

PAOLO PILIERI
Docente Urbanistica Politecnico di Milano

LEANDRO PISANO
Ricercatore indipendente, docente. Curatore e fondatore di Liminaria, progetto di rivalorizzazione delle aree rurali attraverso le arti sonore in Sud Italia

DOMENICO POZZOVIVO
Ciclista professionista

GIUSEPPE LUPO
scrittore
Autore di CIVILTA’ APPENNINO

PIERO LACORAZZA
Direttore FONDAZIONE APPENNINO

ANTONIO DE ROSSI
Professore di progettazione architettonica | Politecnico di Torino
Curatore “RIABITARE L’ITALIA” – Donzelli Editore

MARCO BUSSONE
Presidente Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani

MARIO TOZZI
Geologo, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo
17/4/2020. Nigro e Lupo a Farenheit RadioTre raccontano Civiltà Appennino
Farenheit, Radio3 | Intrvista a Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo | 17/4/2020
Civiltà Appennino. 17 aprile Nigro e Lupo ospiti a Farenheit di RadioTre
Venerdì 17 aprile ore 15.30 su @Radio3 a #Fahrenheit gli scrittori Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo raconteranno @CiviltAppennino