DIMORA APPENNINO b&b è la residenza di charme di cui FONDAZIONE APPENNINO si serve per i garantire qualità e comfort ai propri ospiti.
Nel palazzo Lacorazza, di circa 100 anni di storia, oggi è dunque possibile dimorare tra le colline della Valle dell’Agri, nel Parco dell’Appennino Lucano sulle sponde del Lago del Pertusillo, respirando l’atmosfera di storia e cultura di cui sono intrise le stanze.

Una storia che inzia nel 1857, quando il terribile terremoto del 16 dicembre distrusse il palazzo del Barone Netti, come distrusse la gran parte dell’abitato. In quella casa, quella notte, era a far visita un amico di famiglia dei Netti, quel Giacinto Albini che era già un noto mazziniano e che guidò la rivoluzione del Risorgimento lucano nel 1860. In quella casa, Giacinto Abini rimase sotto le macerie per 48 ore e vi trovò salvezza sotto un arco della cantina.

Nell’immediato primo dopoguerra , la casa dei Netti fu acquistata da Giacinto Lacorazza, di ritorno dalla sua emigrazione in Colombia, e su di essa fece costruire il palazzo Lacorazza, finito circa nel 1926.

E’ la casa che più volte ha ospitato Leonardo Sinisgalli, il poeta-ingegnere di Montemurro e uno dei principali intellettuali italiani del Novecento, che amava frequesntare la casa degli zii Giovanni, Giacinto, Geronima, fratelli e sorella della madre Carmela. E dove in quelle stanze amava tornare a far visita al cugino Vincenzo fino agli ultimi anni della sua vita.

E proprio grazie a Vincenzo la casa era solita essere crocevia di tanti amici artisti, giornalisti, scrittori, uomini di sport e di creatività che nei loro passaggi hanno sempre in qualche modo lasciato un segno. Come i coniugi artisti Giuseppe Antonello Leone e Maria Padula. Lui, un genio dell’arte del Novecento, era per matrimonio e per elezione divenuto un montemurrese d’adozione; lei pittrice impegnata in battaglie sociali e culturali, era la “mamma di latte” di Vincenzo, quando da neonato fu Maria, che aveva appena avuto il primogenito Giuliano, ad aiutare la madre Caterina in difficoltà. Da allora, e per sempre, il legame con “mamma Maria” e “papà Giuseppe”, e con il “fratello” Giuliano”, è diventato indissolubile.

Un legame con quel palazzo che oggi continua aconra con i figli di Vincenzo, Gianni e Piero, e la moglie Erminia, i quali hanno ripreso e ricostruito la storia e le storie della casa Lacorazza, aprendone le porte e le librerie.

Le camere in cui dimorare portano i nomi di questa identità, a cominciare dalla camera intitolata a Carlo Levi e Rocco Scotellaro, i principali amici di Sinisgalli, Leone e Padula, ed in onore del centenario dalla nascita del poeta contadino, che ricadrà il prossimo 19 aprile 2023. E poi, ovviamente, la camera “Leone-Padula“, che affaccia sul vicolo che univa le case delle due famiglie, e la camera “Leonardo“, in cui lo stesso Sinisgalli fu ospite e che si affaccia dulla distesa valle dell’Agri e sul Fosso di Libritti, tanto raccontato nelle sue opere.

Un soggiorno in mezzo ai libri dunque, i libri di una storia del luogo a cui Fondazione Appennino ha aggiunto le pubblicazioni della collana Civiltà Appennino, in realizzazione con le collaborazioni di Donzelli Editore e Rubbettino Editore.

Un luogo tra le colline dell’Appennino, in cui dimora l’identità delle are interne, in cui ancora ritrovare l’autenticità dei paesi e della loro lentezza ma senza fermarsi. Un luogo in cui pensare comodi.

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DIMORA APPENNINO B&B
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